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Quindi c'è Femminicidio e femminicidio?

Il caso di Saman Abbas, la ragazza 18enne di origini pakistana scomparsa da più di un mese da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, stenta a diventare un "caso nazionale di rilievo". I media preferiscono non martellare, come fanno quando la vittima è una donna (meglio se immigrata) ed il carnefice è un uomo (meglio se italiano) e preferiscono "toccarla piano", nonostante la Procura stia portando avanti l'ipotesi che la ragazza possa essere stata uccisa dai suoi familiari e seppellita in un campo agricolo vicino casa, per essersi rifiutata di sposare un uomo impostogli dai suoi genitori.

Il silenzio, come si suol dire, è più che mai "assordante": le femministe non si esprimono e fanno spallucce, i "difensori d'ufficio" delle minoranze preferiscono occuparsi d'altro ed i specialisti della tv del dolore affrontano la vicenda di cronaca in maniera marginale, senza mai soffermarsi su una cultura arcaica che si oppone alle nostre leggi, mortifica la dignità delle donne ed offende chiunque consideri "infedele". Quasi come se, il pensiero unico del "politicamente corretto" e della cosiddetta "dittatura delle minoranze" si rifiuti di mettere sotto accusa l'integralismo islamico, anche quando combatte e condanna (anche a morte) la libertà delle donne occidentali.  

Quindi, strano a dirsi, ma per la scomparsa della povera Saman non si trova quasi nessuno disposto ad indignarsi. Si sa che l'indignazione, in Italia, è a senno unico alternato e da il meglio di se quando deve colpire i "pericolosi sovranisti" o gli odiati "fascisti del terzo millennio" e mai per difendere i nostri connazionali colpiti o i cristiani trucidati nel mondo.

Credo ci si debba indignare proprio perchè nessuno si sta indignando. Nessuno vuol dire che certe leggi islamiche vanno contrastate e neutralizzate perchè sono pericolose e incompatibili con la nostra civiltà. Credo che ci si debba indignare con chi preferisce far finta di niente; con chi finge che nulla stia accadendo sui diritti civili nel nostro Paese; con chi ha il coraggio di sostenere che in Italia, nel 2021, non c'è nessuno che venga sottomesso, chiuso in casa o costretto a dormire in strada perchè disubbidiente o a rifugiarsi in una comunità perchè teme di essere ammazzato dai propri genitori. Per qualche intellighenzia militante è chiaro e cristallino che c'è Violenza e violenza, ci sono Donne e donne e Morti e morti. E soprattutto è chiaro, per costoro, che la solidarietà va concessa o negata a seconda dei casi, dei soggetti implicati e dei tornaconti di parte. Per Saman, ad esempio, non c'è nessun ramoscello d'olivo da porgere, "l'ordine" è di andare oltre, a passi lunghi e ben distesi, perchè l'immigrato, qui, ne esce male. E se malauguratamente dovessimo scoprire che una ragazza di 18 anni è stata realmente uccisa, in Emilia, per una storia di patriarcato e di disonore familiare cosa succederà? La credibilità di "certa" narrazione verrà messa in discussione? E più in generale, riusciremo mai ad affrontare questi aspetti sociali con raziocinio e lucidità e a liberarci del finto buonismo militante che impedisce la vera integrazione degli immigrati regolari nel nostro Paese? Più che domande, le mie, sono speranze; la speranza di vedere un'Italia capace di prevenire queste tragedie e di garantire pari diritti e pari doveri per tutti. Oggi però voglio solo sperare che il destino riservi, a Saman, un futuro più giusto.

2 commenti:

  1. Condivido la tua analisi
    Avresti dovuto scrivere però:
    "l'ordine COMPAGNI è di andare oltre, a passi lunghi e ben distesi, perchè l'immigrato, qui, ne esce male."
    COSÌ SAREBBE STATO PIU' CHIARO A TUTTI

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