ALLARME ALCOL TRA GLI ADOLESCENTI
L’Italia è il Paese Ue dove i giovanissimi cominciano a bere prima: già a 12 anni contro i 14 anni e mezzo della media europea
25 agosto 2009
L’Italia è il Paese Ue dove i ragazzi cominciano a bere alcol prima di qualunque altro loro coetaneo: 12,2 anni, contro i 14,6 anni della media europea. Non solo: nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, quasi il 20% dichiara di aver consumato alcolici nonostante il divieto di legge che impone agli esercenti di non somministrare alcol ai minori di 16 anni.
La denuncia arriva dalla Conferenza nazionale sull’alcol, organizzata dal ministero del Welfare e della Salute. Secondo i dati dell’indagine «Eurobarometro 2002» della Commissione Europea, l’Italia presenta dunque l’età più bassa in Europa in relazione al primo contatto con le bevande alcoliche. Subito alle nostre spalle, Irlanda e Austria, con 12,7 anni.
Tra gli alti dati interessanti, e al tempo stesso allarmanti, il fatto che fra i giovanissimi di età compresa fra 14 e 17 anni la percentuale di bevitori fuori pasto risulta quasi raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4% al 24,2% tra i maschi e dal 8% al 16,8 % tra le femmine. Secondo il rapporto del Ministero, “molto diffusi risultano tra i giovani maschi i comportamenti di ubriacatura con tutte le conseguenze derivanti per la salute e la sicurezza propria e altrui”. Stando invece ai dati Istat, ammette di essersi ubriacato nel 2005 almeno una volta quasi il 50% dei giovani maschi di età compresa tra i 20 e i 29 anni ed il 14,6% di quelli fra i 18 e 19 anni. Meno interessate a questo fenomeno sono le ragazze. Ammette di essersi ubriacato almeno una volta anche il 3,2% dei giovani maschi di età inferiore a quella legale per la somministrazione di bevande alcoliche (16 anni). In Italia la mortalità per incidente stradale viene stimata come correlata all’uso di alcol per una quota compresa tra il 30% e il 50% del totale degli incidenti.
Se l'allarme sul rischio alcol in Italia e in Europa è alto, sarebbe necessario avviare un nuovo percorso legislativo. La Conferenza nazionale sull'alcol, la prima di questo genere nel nostro paese, potrebbe essere un primo passaggio verso le nuove proposte di legge. La Consulta nazionale Alcol ha formulato 12 proposte relative ad altrettante aree di intervento urgente, tra queste l'opportunità di introdurre il divieto di vendita di alcolici a giovani al di sotto dell'età legale, l'innalzamento dell'età minima legale e la necessità urgente di un rafforzamento delle misure relative alle modalità di marketing e di pubblicità.
I media (che hanno una presa particolare proprio sui giovani) svolgono in questa vicenda un ruolo primario e se vogliamo di responsabilità. Infatti giovani spesso sono vittime proprio dal punto di vista del bombardamento pubblicitario. Sembra che se non si beve, alle feste, non si è nessuno.
L’Italia è il Paese Ue dove i ragazzi cominciano a bere alcol prima di qualunque altro loro coetaneo: 12,2 anni, contro i 14,6 anni della media europea. Non solo: nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, quasi il 20% dichiara di aver consumato alcolici nonostante il divieto di legge che impone agli esercenti di non somministrare alcol ai minori di 16 anni.
La denuncia arriva dalla Conferenza nazionale sull’alcol, organizzata dal ministero del Welfare e della Salute. Secondo i dati dell’indagine «Eurobarometro 2002» della Commissione Europea, l’Italia presenta dunque l’età più bassa in Europa in relazione al primo contatto con le bevande alcoliche. Subito alle nostre spalle, Irlanda e Austria, con 12,7 anni.
Tra gli alti dati interessanti, e al tempo stesso allarmanti, il fatto che fra i giovanissimi di età compresa fra 14 e 17 anni la percentuale di bevitori fuori pasto risulta quasi raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4% al 24,2% tra i maschi e dal 8% al 16,8 % tra le femmine. Secondo il rapporto del Ministero, “molto diffusi risultano tra i giovani maschi i comportamenti di ubriacatura con tutte le conseguenze derivanti per la salute e la sicurezza propria e altrui”. Stando invece ai dati Istat, ammette di essersi ubriacato nel 2005 almeno una volta quasi il 50% dei giovani maschi di età compresa tra i 20 e i 29 anni ed il 14,6% di quelli fra i 18 e 19 anni. Meno interessate a questo fenomeno sono le ragazze. Ammette di essersi ubriacato almeno una volta anche il 3,2% dei giovani maschi di età inferiore a quella legale per la somministrazione di bevande alcoliche (16 anni). In Italia la mortalità per incidente stradale viene stimata come correlata all’uso di alcol per una quota compresa tra il 30% e il 50% del totale degli incidenti.
Se l'allarme sul rischio alcol in Italia e in Europa è alto, sarebbe necessario avviare un nuovo percorso legislativo. La Conferenza nazionale sull'alcol, la prima di questo genere nel nostro paese, potrebbe essere un primo passaggio verso le nuove proposte di legge. La Consulta nazionale Alcol ha formulato 12 proposte relative ad altrettante aree di intervento urgente, tra queste l'opportunità di introdurre il divieto di vendita di alcolici a giovani al di sotto dell'età legale, l'innalzamento dell'età minima legale e la necessità urgente di un rafforzamento delle misure relative alle modalità di marketing e di pubblicità.
I media (che hanno una presa particolare proprio sui giovani) svolgono in questa vicenda un ruolo primario e se vogliamo di responsabilità. Infatti giovani spesso sono vittime proprio dal punto di vista del bombardamento pubblicitario. Sembra che se non si beve, alle feste, non si è nessuno.
Certo bisogna aggiornare la legge ma sarebbe già sufficiente farle rispettare le leggi in Italia. Penso ceh sia questo il problema principale.
RispondiEliminaCondivido e aggiungo anche la certezza della pena. Già sarebbe qualcosa.
RispondiEliminaAntonio